Molti avranno sentito sicuramente la parola “PED” senza magari saperne il reale significato. Nell’ambito redazionale il PED è il piano editoriale dei contenuti ossia l’organizzazione delle pubblicazioni secondo timing orari e giornalieri definitivi sulla base di insight e analytics.
Piano Editoriale come farlo
Niente di complesso o di fuori dal normale insomma. Nel mondo dei social media viene redatto allo stesso modo prevedendo piattaforma di pubblicazione, fascia oraria, giorno settimanale e tipologia di contenuto in base al target di riferimento.
Nella redazione di un ottimo piano editoriale bisogna tenere conto del “calendario editoriale” ossia è molto utile prevedere la realizzazione di post in base a ciò che succede realmente nel mondo. Un esempio semplice: il 25 dicembre, natale. Una data fissa e conosciuta. Pensare in anticipo alla realizzazione di contenuti sul tema natalizio è vantaggioso e competitivo.
Senza concentrarci solo su date “importanti per tutti” è opportuno delineare e riconoscere le date del calendario “di nicchia”. Se il nostro brand opera nel campo del food sarà opportuno sapere che il 16 ottobre ricade la giornata mondiale dell’alimentazione; viceversa se operiamo nel campo della meccanica, questa informazione sull’alimentazione sarebbe superflua e/o inutile.
Bisogna quindi selezionare le date meno conosciute in base al core business dell’azienda.
Se siete arrivati fin qui sapete quindi che per fare un ottimo piano editoriale occorre seguire determinate linee guida. Ma non è tutto. Non finisce qui.
Nel piano editoriale di successo bisogna analizzare il proprio pubblico ( quando sono online? cosa fanno online, guardano più foto o video? quali sono gli argomenti a cui sono più interessati?) e creare contenuti ad hoc al fine di soddisfare le loro necessità. Insomma il PED non è soltanto dare continuità alle pubblicazioni e riempire buchi orari, ma è il grosso della strategia di social media marketing. Potrebbe fare la differenza tra due Pagine Facebook con lo stesso quantitativo di followers.
Altro aspetto importante è che: con i social media non c’è staticità. Tutto si evolve rapidamente e costantemente quindi anche il PED può e deve essere soggetto a variazioni, dunque deve essere molto flessibile e tenere conto degli eventi particolari che si verificano improvvisamente. Si parla di real time marketing e consiste nel “cavalcare le tendenze del momento”.
Vuoi consigli su come realizzare un piano editoriale di successo? SCRIVIMI
Dopo aver approfondito la piattaforma Facebook nel precedente articolo, adesso passiamo ad un social che personalmente amo parecchio sia per la sua struttura che per il genere di contenuti che permette di ideare.
Ma che presenta due grossi limiti: l’impossibilità di modificare un Tweet e il numero massimo di caratteri. (280). Andiamo per ordine.
Perché Twitter è importante nella strategia di una comunicazione social?
Semplice: per la sua immediatezza.
Twitter è un social network che si consuma rapidamente e se ben utilizzato può essere un ottimo canale di viralizzazione dei contenuti prodotti che utilizzando un hashtag ad hoc può permetterti di entrare in tendenza. Twitter è perfetto per interagire con il proprio target.
Gli hashtag in tendenza oggi 4 Maggio 2020 in Italia.
Tuttavia nonostante il preambolo positivo sulla piattaforma bisogna esaltarne anche i limiti e i rischi. Twitter non è Facebook. Twitter non è Instagram. Almeno che, il contenuto non sia estremamente forte non si raggiungeranno mai i numeri dei precedenti due. Molti avevano annunciato “la morte di Twitter” in quanto considerato più “debole” rispetto ai suoi fratelli. In realtà Twitter continua a sopravvivere ed è addirittura più performante di Facebook e Instagram in determinati casi.
Un esempio che posso farvi, secondo la mia esperienza riguarda il format televisivo “Pechino Express“, di cui ho per l’appunto curato la comunicazione social tramite la piattaforma Twitter. In occasione della finale, andata in onda martedì 14 aprile ho pubblicato alcuni Tweet che hanno raggiunto una grossa fetta di pubblico. Indubbiamente merito della forza del contenuto, ma anche della strategia utilizzata.
I due Tweet qui sopra mostrano i numeri avuti alla fine della puntata come si può evincere dall’orario in alto a sinistra. Numeri che sono lievitati ulteriormente nelle 24h successive, grazie al WOM.
Prima di proseguire con l’articolo, vi sintetizzo brevemente gli elementi che abbiamo messo in luce fin qui:
Twitter è il social dell’immediatezza e della rapidità. Ideale per chi lavora nell’ambito dell’informazione o per chi vuole comunicare una news molto rapidamente (non per altro cantanti e politici lo utilizzano per dare informazioni precise e dettagliate).
Twitter si basa su un meccanismo di world of mouth, il cosiddetto passaparola. Basandosi sui like e sui retweet difattI se io non seguo la pagina di Make-up coreana ma un mio follower sì conseguentemente se lui mette mi piace a un tweet prodotto da questa pagina sui benefici di utilizzare una maschera per il viso idratante 100% naturale, il tweet appare anche nella mia home.
Su Twitter non si possono commettere errori. Non puoi modificare un tweet già postato. Per questo bisogna essere in grado di gestire anche le situazioni di crisis comunication.
Le tendenze di Twitter sono molto importanti per: a)capire il nostro pubblico, i suoi gusti del momento, l’attualità; b) per cavalcare l’onda utilizzando gli hashtag corretti.
Adesso che abbiamo precisato e sintetizzato in linea generale in cosa consiste la piattaforma, spostiamo il nostro focus sulla tipologia di contenuti.
CARATTERISTICHE TECNICHE PER I TWEET:
Per chi voglia conoscere la tipologia di contenuto che potrebbe essere pubblicato per la propria azienda o semplicemente per chi si approccia per la prima volta al social media management. Ecco le linee guida per ideare e creare contenuti performanti su Twitter.
GIF. Tutti conosciamo le GIF, immagini in movimento. Le GIF sono il pane quotidiano per Twitter, si possono diffondere rapidamente ed hanno un grande impatto visivo. Ormai esistono vari tool ad hoc per la creazione di GIF ma quello che preferisco in assoluto è GIPHY. Semplice da usare, creando un profilo e un proprio canale.
MEME. I Meme sono divertenti, ironici e allo stesso modo delle GIF catturano l’attenzione. Tuttavia a differenza delle GIF sono statici. Si tratta di immagini con un testo scritto accattivante.
VIDEO. I materiali puramente audiovisivi sono molto utilizzati su Twitter. A differenza di Facebook non c’è un limite di minutaggio minimo. Possono essere di 5′ o di 5”, purché sia qualitativamente alto il contenuto. Inoltre a differenza di come si è soliti immaginare, i formati riconosciuti su Twitter per quanto riguarda i video sono il 16:9 e anche l’1:1.
IMMAGINI. Semplici foto o graficate sotto forma di card. Le immagini permettono di comunicare visivamente un determinato contenuto. l’unico limite di Twitter è che per le immagini il formato riconosciuto è il classico 16:9. Immagini in formati differenti come ad esempio 1:1 e 9:16 verranno tagliate.
Tweet semplici. Non potevano mancare i tweet di puro e semplice testo. Per citazioni forti o per enfatizzare particolarmente le parole.
Sondaggi. La funzione sondaggio di Twitter è molto utile perché ha un ampio spettro orario tuttavia a differenza di Facebook non permette di inserire immagini.
Potremmo definire Tweet come una piattaforma di microblogging real time, dove gli Influencer Marketing vengono definiti “Tweet Star” ma rimangono nel più delle volte anonimi, non cercano la visibilità. Twitter potrebbe essere definito il regno dell’informazione e allo stesso tempo dell’ironia.
Un ultima cosa importante da segnalare riguarda la possibilità di realizzare i LIVE TWEETING che sono uno strumento indispensabile per l’attività di social media marketing. In cosa consiste il live Tweeting?
Lo dice la parola stessa, tweettare in contemporanea alla live dell’evento in questione in gergo significa la narrazione di un evento attraverso la piattaforma, che sia un evento sportivo, un programma televisivo come Sanremo o un concerto.
Per rimanere aggiornato sul mondo dei social media seguimi sul blog, su LinkedIn e su Instagram. Spero che la breve guida sull’utilizzo della paittaforma di Twitter sia stata esaustiva. Se hai bisogno di chiarimenti o se vuoi che aggiunga qualcosa di rilevante, contattami.
Dopo aver chiarito di cosa si occupa un Social Media Manager (qui per leggere l’articolo) ho pensato fosse opportuno porre attenzione sulle varie piattaforme social, con un focus sulle caratteristiche e peculiarità di ognuno.
Facebook è sicuramente la piattaforma più conosciuta da tutte le generazioni. In particolare negli anni ha subito dei cambiamenti rilevanti, adattandosi alle necessità dei suoi membri ed evoluzionando se stessa per non perdere competitività sul mercato.
Ma cosa possiamo dire di Facebook?
Nata come piattaforma per avvicinare gli amici con scambio di “mi piace“, “commenti” e “condivisioni” Facebook è strutturata come una community tramite la diffusione di foto, video, stati d’animo, emoji e dirette live. Recentemente ha introdotto una nuova funzione denominata Messenger Rooms per le videochat di gruppo, proprio per non perdere la sua attrattività e per competere con il mercato, in particolare con la piattaforma Zoom, ampiamente utilizzata in questo periodo per le videocall aziendali, riunioni familiari e aperitivi tra amici.
Ma entriamo nello specifico di questo articolo. Perché Facebook è importante nella strategia di una comunicazione social?
In primo luogo – come anticipavo in precedenza – Facebook è il social network più grande ( dopo YouTube e Whatsapp). Numericamente parlando – secondo il Digital Report 2020 – coinvolge in Italia circa 24,5 milioni di utenti, 50% donne e 50% uomini di una fascia d’età compresa tra i 16 e i 65 anni.
Dunque date le premesse attuali: ogni azienda potrebbe essere in grado di posizionarsi sulla piattafoma, selezionando il target specifico di riferimento. Ad esempio un’azienda giovane sulla skin care appartenente dunque al settore cosmetico potrà ritagliarsi la sua fetta di pubblico tranquillamente, allo stesso modo di un’azienda metallurgica. Tra le due, cambiano le modalità e gli strumenti da adoperare.
Inoltre Facebook permette di creare pagine e gruppi. In particolare i gruppi di Facebook possono essere determinanti per comunicare con il nostro target di riferimento.
Ma la peculiarità di Facebook risiedere nel Business Manager, un tool gratuito per la gestione e organizzazione del proprio Business con il quale monitorare e programmare le pubblicazioni, la funzione si chiama Creator Studio (in termine tecnico, schedulare), monitorare i dati statistici tramite la funzione di Insight e gestire campagne pubblicitarie. Servirà solo creare il proprio profilo e registrare l’azienda.
CARATTERISTICHE TECNICHE PER I POST DI FACEBOOK
Un esempio di post di Facebook. Questo era stato fatto da me in occasione dell’ultima puntata del format televisivo “Il Collegio”.
Prima di incentrarmi sul tema delle linee guida per scrivere, pubblicare o ideare un post di Facebook ci tengo a fare alcune premesse:
In primo luogo, quello che scriverò in questo paragrafo non è oro colato o regole da prendere alla lettera. Ogni SMM può decidere in autonomia e in accordo con clienti e responsabili di comunicazione e marketing le corrette strategie da attuare e il modus operandi dei post da pubblicare.
Secondariamente, tengo a precisare che ciò che strategicamente funziona su Facebook potrebbe non funzionare sulle altre piattaforme.
Inoltre, tutto dipende dalla tipologia di azienda, dal target di riferimento, dall’ambiente e dal mercato in cui l’azienda si posiziona. Ad esempio un azienda che si basa molto sul visual, sul design di interni o che vende gioielli non attuerà le stesse strategie di un’azienda di automobili o mutui.
Detto ciò mi sento di dover trascrivere, per chi voglia conoscere la tipologia di contenuto che potrebbe essere pubblicato sulla propria azienda o semplicemente per chi si approccia per la prima volta a questa professione, quali siano le linee guida per ideare e creare contenuti performanti su Facebook.
Immagini. Quando parliamo di immagini che siano semplici foto o in grafica in formato card, dobbiamo avere a mente che il formato giusto sia l’1:1 (come per Instagram). Delle ricerche hanno confermato che visivamente il formato quadrato è il più performante, perché rende meglio sui device.
Video. Per quanto riguarda i formati video, non c’è una risoluzione migliore ma una consigliata. Come per le immagini è più opportuno utilizzare un formato quadrato ivi possibile, altrimenti anche il comune 16:9 può essere ottimale (come nel caso su citato). Alcune regole: secondo Facebook, i video per performare meglio dovranno avere una lunghezza minima di 3′, in gergo si usa dire che “i video di tre minuti girano meglio su Facebook“. Indubbiamente possono esserci eccezioni; inoltre, se si dispone e si hanno capacità sarebbe meglio sottotitolare il contenuto. Questo perché la maggior parte degli utenti, scorre la Home di Facebook senza attivare l’audio dei video.
Testo. Per quanto riguarda i cosiddetti “stati” non performano adeguatamente come invece potrebbero fare su Twitter. Questo perché Facebook è un social visual.
Sondaggi, marketplace e altro. Seppur i sondaggi e marketplace siano due cose distinte e separate, ho voluto unirle in un unico punto per focalizzare l’attenzione sull’interazione con il pubblico. Facebook permette la possibilità di effettuare sondaggi abbinando una foto e allo stesso modo permette di acquistare prodotti direttamente dalla piattaforma (sia come contenuti sponsorizzati che soprattutto dalla funzione Marketplace).
Messaggi privati. Possiamo citare anche la possibilità di impostare dei messaggi preimpostati, i cosidetti “bot” automatizzati per rispondere a tutte le necessità dei clienti. Indubbiamente monitorando il tutto.
In conclusione possiamo dire che sicuramente la piattaforma di Facebook è una delle più complete e che offre servizi ampi e soprattutto gratuiti, senza dover ricorrere a complessi software di gestione esterna. Nonostante abbia una fetta di popolazione ampia, dai 16 ai 65 dobbiamo effettivamente capire chi è realmente attivo sulla piattaforma, ossia chi vi interagisce, posta contenuti e intrattiene relazioni.
Senza bisogno di citare le ricerche in merito, anzi guardando in maniera superficiale si può osservare come gli attivi siano prettamente una popolazione più matura, e se dobbiamo definirli potremmo sicuramente identificarli nella generazione dei Baby Boomer. In parole povere: coloro che non sono cresciuti insieme alla tecnologia ma che la tecnologia hanno dovuto imparare a usarla e riconoscere.
Un discorso differente va fatto per la generazione dei Millenians, loro sono ancora presenti sulla piattaforma, non interagiscono molto ma ci sono. Leggono, captano, ascoltano ma non pubblicano mai o quasi mai; infine abbiamo la generazione Z, nativi digitali per eccellenza che nella maggiore delle ipotesi non dispongono neanche di un profilo Facebook.
Queste informazioni sono essenziale per capire dove si vuole arrivare. Facciamo l’ipotesi che io sia l’azienda di skincare, che ho citato prima, e mi “vendo” come azienda giovane per giovani fruitori, dunque ho come target la generazione Z dove investirò la mia attività social?
Sicuramente considererò Facebook per i feedback che può fornirmi, ma il grosso della strategia lo attuerò su Instagram o Tik Tok, che come vedremo nei prossimi articoli sono i social network delle giovani generazioni.
Se hai altri esempi concreti o vuoi dire la tua sulla piattaforma Facebook lascia un commento. Il social media management è una continua scoperta e una continua evoluzione; inoltre la sinergia e l’unione fa sempre la forza.
Vorrei iniziare il mio primo articolo sul blog per farmi conoscere descrivendovi chi sono, professionalmente parlando. Oggigiorno sentiamo sempre più parlare di “social media marketing” e di “social media management“, usualmente abbreviato con la dicitura SMM. Ma non sempre conosciamo la profondità di una nuova figura professionale in costante crescita.
Difatti molte persone, specialmente gli operatori del tradizionale o coloro che vivono molto distanti dal mondo digitale e/o le generazioni non nate e cresciute insieme ad Internet si chiedono: ma di che si occupa? Chi è? Perché dovrei assumere un social media manager nella mia azienda?
Io non posso dirvi perché dovreste assumere un social media manager, né tanto meno perché non dovreste farlo. Quello che posso dirvi è che: oggi, in un mondo in costante mutamento in cui si assottigliano sempre di più i confini tradizionali e prendono il sopravvento le idee innovative, unconventional e soprattutto ci si basa sull’immediatezza e il contesto diventa sempre più aggressivo e competitivo avere un social media manager per la propria azienda – media o piccola che sia – può far la differenza.
I motivi sono molteplici:
Un social media manager è costantemente aggiornato sui nuovi trend del mercato di riferimento e sui nuovi trend digitali (d’altronde viviamo per questo);
Un social media manager non pubblica un post sui social soltanto per il gusto personale o perché “fa tendenza”. Basandosi sulle tendenze attuali, crea e implementa strategie in linea con gli obiettivi aziendali del cliente e con il fine di raggiungere dei risultati nel breve, medio o lungo periodo;
Il social media manager, non è soltanto un creativo che progetta grafiche, scrive copy ma è anche un’analitico che analizza le performance e le campagne ADV del cliente, il tasso di crescita, l’engagement.
Se siete arrivati a questo punto dell’articolo ma non avete ancora capito di cosa si occupa un social media manager, ve lo dico in parole povere:
è colui che avvalendosi su studi e ricerche si occupa del social media marketing, ossia della branchia del digital marketing orientata ai social media. Concretamente e semplicisticamente può essere tradotto con la pubblicazione di post e contenuti sulle varie piattaforme digitali come Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Pinterest e ultimo ma non meno importante TikTok. Ma la peculiarità è il come avviene il processo.
Ovviamente i social sono tanti e differenti per struttura, core business, tipologia di contenuti da pubblicare e per target di riferimento. Basti pensare alla differenza abissale tra il “piccolo” Tik Tok la cui popolazione è principalmente millenians e generazione Z e Facebook in cui vi è un alto tasso di Baby Boomers.
Per questo un buon social media deve tenere ben a mente che un singolo contenuto può essere performante su Facebook ma non esserlo su Twitter.
Come è evidente, non si tratta solo di pubblicare post. L’attività di social media management richiede tempo e costanza. Per questo motivo ogni consulenza non è breve. Ma non preoccupatevi. Non pensate di voler scappare. Prendetevi il vostro tempo.
Sappiamo tutti quanto oggi sia importante avete un profilo social per non sparire dal mercato, anche e soprattutto se l’azienda mira ad attrarre il target dei millenians o della generazione Z, nativi digitali. ma dipende dall’azienda capire se, quando e quanto investire sul comparto digitale.
COSA FA UN SOCIAL MEDIA MANAGER
Questa è la mia routine da social media manager: un buon caffè e il mio personal PC sempre pronto a soffrire .
Dopo avervi illustrato di cosa si occupa un professionista di social media management ci terrei a precisarvi nel dettaglio il piano di lavoro, i cosiddetti ferri del mestiere che ogni buon social media attua per i propri clienti:
Analizza l’azienda nel complesso: ambiente (interno e esterno), competitor, mercato, target, obiettivi, tone of voice.
Studia – in linea con gli obiettivi del cliente – le strategie di comunicazione e i tool da adottare.
redige (dopo un’attenta analisi) un piano editoriale con le pubblicazioni: timing, tipologia di contenuto ( organico/a pagamento o foto/card/video/ sondaggio etc.)
svolge attività di community manager (ossia monitora i commenti degli utenti e interagisce con loro in uno scambio comunicativo circolare per ricavare feedback utili all’azienda (generando un ritorno reputazionale aziendale) e per monitorare le eventuali situazioni di crisi.